L’italia prima del referendum popolare – Malgrado la prima metà del Novecento fosse profondamente segnata dall’esperienza fascista, l’Italia moderna si era avviata verso un percorso di democratizzazione da molto tempo. La stessa concessione dello Statuto (e delle altre riforme albertine), insieme all’allargamento della base elettorale (inizialmente elitaria, poi gradualmente ampliata sino alla soppressione del requisito di censo – ma sempre solo maschile, sino al referendum) si univa ad un crescente spessore della ricerca della certezza del diritto, argomento giuridico considerato importante strumento di parificazione dei cittadini nella comune e “certa” sottomissione alla comune e “certa” legge.
Anche il dibattito politico, sul principio del Novecento, era sorprendentemente aperto, consentendo una buona libertà di circolazione delle idee ed una buona provvista di nutrite polemiche parlamentari che, nonostante la selezione d’accesso ai seggi parlamentari, risultavano ben vivide ed affatto sincere, come testimoniano alcune memorabili pagine del Mazzini, radicalmente inalberatosi sulle sperequazioni sociali regionali e sui malesseri “viziosi” del sistema statale. L’opposizione parlamentare usava una buona libertà di critica, sebbene non abbia mai preteso di “disturbare” gli assetti di sistema e si sia astenuta dal propugnare con intenzione convinta alcuna modificazione eversiva o rivoluzionaria.Rispetto ad un’evoluzione fisiologicamente “inevitabile”, e rispetto anche a quanto accadeva negli altri meno giovani stati nazionali, l’Italia si distingueva per una certa apertura culturale e ideologica, non troppo compressa da una successione di governi di impronta conservatrice. Vi si combatterono, insomma, piccole guerre a fini modestamente coloniali, ma anche grandi polemiche ideali. In relazione ai tempi, ed a quanto riscontrabile all’estero, la condizione democratica pareva incontrare in Italia un terreno non sterile sul quale svilupparsi, non patendo a causa di pregiudiziali, nè di altre chiusure preventive. La forma dello stato, in sè, non assorbendo se non uno degli aspetti della democraticità , non fu mai discussa nella pratica nemmeno dai politici repubblicani, limitandosi la questione (ma ancora va ricordato che queste erano le possibilità concrete a quei tempi) ad elaborazioni dottrinali più filosofiche che non costituzionalistiche.
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